Tokio Hotel: tributo ai miti del rock?TOKIO HOTEL - Era il 1989 quando "Personal Jesus" dei Depeche Mode si impose al mondo e alle classifiche con il suo ritmo orecchiabile e il testo provocatorio.
Vent'anni dopo sembra quasi di risentire gli strascichi di quell'epoca ascoltando per caso "Human connect to Human" dei Tokio Hotel, i tedeschi che hanno saputo bene come conquistare i mercati e i pubblici più esigenti, senza però svelare a nessuno il segreto di tale successo.
Hanno forse pensato di rendere omaggio ad alcuni dei loro leggendari predecessori, mentre erano alla ricerca di un nuovo sound per l'album "Humanoid"?
Probabilmente si tratta di una semplice casualità ed ennesima dimostrazione di come l'intreccio tra parole, melodia e sentimenti non abbia memoria, che si cerchi un contatto umano o che si voglia essere un "Gesù" per qualcuno.
La tracklist del tempo va avanti.
Siamo a Milano, nel 2010, quando durante la performance dal vivo di "Hey You", le mani delle fans battevano contemporaneamente al ritmo di quell'intro che avrà fatto sorridere qualcuno dei genitori sugli spalti, nel ricordare Freddie Mercury che mandava in delirio la folla del Wembley Stadium: era il 1986.
Il coro di allora si innalzava con un "We will rock you", ripetuto più di vent'anni dopo al Medionalum Forum da qualche fan particolarmente trasportata in una musica che vuole ammaliare e ribellarsi a ogni barriera spazio-temporale.
Vincevano i Queen ieri, aggiudicandosi una tappa nella storia del rock, e vincono i Tokio Hotel oggi per averla riportata in vita.